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Smart Working e disabilità: sostegno e uguaglianza

I Tavoli tematici condotti da Emilia-Romagna Smart Working si aprono a nuove istanze di rilevanza sociale: la disabilità sui luoghi di lavoro è il tema dell'incontro realizzato a settembre dagli esperti della community.

Lavoro e disabilità

Emilia-Romagna Smart Working ha dedicato un primo incontro di approfondimento, a cui ne seguiranno altri, al tema lavoro agile e disabilità coinvolgendo un panel “integrato” di esperti e partecipanti dei due Tavoli Tematici dedicati a Tecnologie e Performance. La conversazione è stata guidata da Gabriele Gamberi, esperto di tecnologie per l’inclusione e membro di Fondazione ASPHI Onlus, moderatore del confronto su un tema delicato, complesso e di forte rilevanza sociale.

  

Partiamo dalle basi: cosa significa disabilità?

Prima di affrontare l’argomento specifico della gestione della disabilità da parte di imprese e datori di lavoro, analizziamo la disabilità a partire dalla sua definizione. Ci sono infatti diverse tipologie di “persona con disabilità”: fare chiarezza è il primo passo per costruire una base di conoscenza e conversazione omogenea per tutti.

La prima definizione evidenziata è stata quella proposta dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità:

“Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri”

La seconda proviene invece dalla Classificazione internazionale del Funzionamento, Salute e Disabilità:

“La disabilità viene intesa, come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui egli vive”

 

Cosa si intende per “accomodamento ragionevole”?

Se entriamo nel merito del tema della disabilità legata all’ambiente di lavoro entra in campo la definizione tecnica di “accomodamento ragionevole”: questo termine indica tutte le modifiche e gli adattamenti necessari per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, sulla base dell’uguaglianza, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.

Gli adattamenti ragionevoli presentati e illustrati nel tavolo di Emilia-Romagna Smart Working sono sei e si concentrano sui seguenti ambiti:

  • accessibilità al luogo di lavoro (postazione, ergonomia, microclima, abbattimento di barriere architettoniche e sensoriali, etc.)
  • organizzazione del lavoro (innovazione tecnologica e digitale, gestione dell’organico, etc.)
  • orario di lavoro, congedi e permessi (distribuzione, flessibilità o riduzione dell’orario, turni, congedi, permessi etc.)
  • pari opportunità e policy aziendali (sportelli di consulenza per i lavoratori disabili, formazione, promozione in azienda di azioni positive, inquadramento e promozioni, etc.)
  •  strumenti di lavoro e tecnologie assistive (strumenti di lavoro personalizzati, utilizzo di strumenti personali di inclusione nell’ambiente di lavoro, etc.)
  • welfare contrattuale (coperture assicurative agevolate, convenzioni con enti, società cooperative, etc.)

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Disabilità e smart working: un binomio possibile?

Una persona disabile che lavora, e lavora in smart working, ha delle esigenze specifiche di cui è necessario essere coscienti e farsi carico come datore di lavoro.

Nel corso dell’incontro Gamberi ha approfondito il tema portando esempi concreti tratti dall’esperienza di Fondazione ASPHI. L’associazione si occupa delle postazioni dei lavoratori disabili in smart working, con operatori specializzati che intervengono nelle abitazioni delle persone per adeguare, ove possibile, gli spazi utilizzati per le varie attività lavorative. La Fondazione fornisce il proprio supporto a imprese e datori di lavoro nella scelta degli adattamenti ragionevoli per le persone con disabilità.

 

Casi pratici: sordità e cecità

Al Tavolo di lavoro sono stati presentati casi pratici, utili per inquadrare aspetti più specifici sul tema: i due approfondimenti riguardano sordità e cecità. Queste disabilità possono avere molte sfaccettature; i datori di lavoro possono adottare alcuni adattamenti ragionevoli adeguati alle esigenze di questi lavoratori per limitare il rischio di stigma sociale.

Nel caso della sordità, ad esempio, una buona illuminazione degli spazi, l’installazione di allarmi antincendio visivi, l’applicazione di tende alle finestre sono ottimi metodi per favorire l’integrazione. Nel caso della cecità invece, l’attenzione alle ombre e alle luci, l’utilizzo di materiali adatti per le indicazioni in braille o il posizionamento di percorsi guida diventano strumenti essenziali per limitare le disuguaglianze.

Il delicato tema della disabilità si unisce a quello più ampio del DEI: Diversità, Equità, Inclusione.

Emilia-Romagna Smart Working è attiva su questo ambito e si impegna a dedicare spazi di riflessione sempre più ampi e articolati all’argomento.

 

 

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