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Smart Working e DEI: diversità, equità, inclusione

Le prestazioni dei lavoratori da remoto migliorano se aumenta la flessibilità. Lo conferma la recente ricerca di Gartner, società americana specializzata in consulenza strategica: il 76% degli smart worker si riconosce nella cultura aziendale che favorisce il lavoro a distanza e indica tre parole chiave per il suo successo: diversità, equità e inclusione.

Quale sarà l’impatto a lungo termine della pandemia da Covid-19 sul futuro del lavoro?

Gartner, nella sua recente ricerca, ha posto questa domanda a oltre 400 leader delle Risorse Umane, più di 300 leader finanziari e 4.000 persone tra dipendenti e dirigenti, in una ricerca che si è concentra sui temi della diversità, dell’equità e dell’inclusione (abbreviati nell’acronimo DEI). Questi temi sono stati recentemente esplorati da numerose organizzazioni nel panorama internazionale: DEI sta diventando la formula sempre più associata a un modello di lavoro ibrido, positivo e adeguato a tutte le categorie di lavoratori.

 

 Cosa significa DEI per gli smart worker più fragili?

La ricerca dedica particolare attenzione a raccogliere il punto di vista dei lavoratori “sottorappresentati”: donne e persone con disabilità. Questi soggetti confermano di aver riscontrato significativi miglioramenti della produttività da quando è stata loro concessa maggiore flessibilità. Il 73% delle donne intervistate ha una forte aspettativa nei confronti del lavoro flessibile e si aspetta di poter proseguire con questa modalità anche in futuro. Le persone con disabilità evidenziano i numerosi benefici che derivano dallo Smart Working: il 56% afferma che l’ambiente di lavoro domestico favorisce l’incremento della produttività personale.

 

Quali sono i benefici della DEI per i lavoratori “ad alto potenziale”?

La ricerca di Gartner mette in evidenzia anche altri benefici della diversità all’interno dei gruppi di lavoro, che siano essi in presenza o a distanza. Un punto centrale riguarda le relazioni tra leader e lavoratori ad alto potenziale (HIPO).  Attrarre talenti e rispettare la DEI nella propria organizzazione aiuta a creare un ambiente di lavoro più innovativo e collaborativo e a rafforzare le relazioni all’interno dei gruppi; questi fattori sono particolarmente apprezzati dai lavoratori più promettenti.

La ricerca della multinazionale britannico-statunitense Willis Towers Watson sostiene la stessa linea: le società con alti livelli di DEI hanno una cultura aziendale più radicata e forte; i lavoratori vi si riconoscono e sono più coinvolti e più produttivi.

La DEI è dunque indicata come politica aziendale che permette di implementare metodi innovativi per costruire le relazioni professionali con le proprie persone e mantenerle con successo nel tempo.

 

Soluzioni ibride

Tornando alla ricerca Gartner, i leader aziendali intervistati confermano la necessità di orientare le proprie organizzazioni verso ambienti di lavoro sempre più ibridi, con modelli incentrati sull’uomo e basati su una flessibilità radicale, volta a incrementare le prestazioni dei lavoratori.

Per affrontare questi cambiamenti sarà necessario determinare nuovi modelli di forza lavoro, che includono le diversità e pongono al centro i bisogni dei talenti emergenti.

Sarà dei leader delle Risorse Umane la responsabilità di cogliere questa sfida: la collaborazione interfunzionale sarà centrale negli ambienti ibridi, per fornire efficacemente risposte, velocizzare processi, armonizzare i gruppi di lavoro con una reale integrazione.

Il tema DEI è stato affrontato durante uno degli incontri di approfondimento dei Tavoli Tematici di Emilia-Romagna Smart Working: nel prossimo articolo daremo spazio alle riflessioni emerse dall’incontro “disabilità e lavoro agile” che si è svolto a settembre.

 

 

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