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Un futuro ibrido

Una recente ricerca racconta di quanto il lavoro ibrido sia ormai diventato un’esigenza a livello globale. Spesso, le aziende che lo stanno implementando, fanno fatica a comunicare le proprie scelte. È importante individuare gli elementi da valorizzare per il benessere di lavoratori e azienda.

La metà dei lavoratori “esige” il lavoro ibrido

Come racconta una recente ricerca condotta a livello internazionale da EY Global, multinazionale di consulenza aziendale, il 54% dei lavoratori sarebbe disposto a lasciare il proprio posto in azienda qualora non venissero garantite le condizioni di flessibilità acquisite negli anni pandemici.

Ciò dimostra quanto il mondo del lavoro sia stato ovunque rivoluzionato dall’avvento dello Smart Working e che le aziende debbano “adattarvisi per sopravvivere”, avendo cura della comunicazione con i lavoratori. La stessa ricerca sostiene infatti che, sebbene il 79% delle aziende sia impegnata nello sviluppo di un modello di lavoro ibrido, soltanto il 40% riesce a riferire con chiarezza agli impiegati quali siano i piani per l’implementazione di tale modello.

Come sostenere una nuova policy aziendale per lo Smart Working

Per introdurre e comunicare al meglio una policy aziendale che sostenga il lavoro ibrido, è fondamentale tenere a mente i vantaggi portati dallo Smart Working per le aziende e gli impiegati.

Un primo elemento da sottolineare è chiaramente l’incremento del benessere del lavoratore: è stato dimostrato che un maggiore comfort durante le ore di lavoro permette di migliorare il tasso di “retention” dei lavoratori, senza inficiare la produttività.

Inoltre, le esperienze condotte nel mondo dimostrano che se più liberi e flessibili, i lavoratori diventano più produttivi. Le esigenze personali, come ad esempio gli impegni legati alla cura dei figli, devono essere tenuti in conto: ogni lavoratore dovrebbe potersi organizzare in base alle proprie necessità decidendo in autonomia, ove possibile, quali giorni lavorare da remoto.

Un altro vantaggio importante è la possibilità, per le aziende, di attingere da un bacino di talenti molto più ampio: grazie allo Smart Working infatti, è possibile comporre team con persone provenienti da tutto il mondo.

Infine, con il lavoro da remoto, gli enti possono anche migliorare nelle proprie performance ESG, sia puntando sugli aspetti sociali della Governance, sia riducendo la Carbon Footprint dovuta ai costi di struttura e al “commuting” dei lavoratori.

La comunicazione del cambiamento è fondamentale

La comunicazione di questi benefici dentro e fuori l’azienda permette non soltanto di aumentare la competitività, ma anche di migliorare il rapporto tra manager e lavoratori. Questi ultimi si sentiranno responsabilizzati e valorizzati, mentre i capi potranno lavorare attivamente - e con consapevolezza - sui propri “confirmation biases” che li inducono a pensare che stando in ufficio si lavori di più.

Insomma, i benefici apportati dallo Smart Working sono molti, ma, come per ogni importante cambiamento, è fondamentale guidare il processo all’interno dell’azienda e comunicare nel modo giusto le motivazioni e i vantaggi delle scelte introdotte.

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