Lo Smart Working produce benefici ambientali
Lo studio ENEA sul quadriennio 2015-2018
Forse uno dei ricordi più vividi del primo, terribile, lockdown: il silenzio. Pochissime auto popolavano le strade, anche nelle città più inquinate e trafficate d’Italia. Lo Smart Working, forzato inizialmente e scelto poi come strumento virtuoso di organizzazione del lavoro, ha prodotto benefici ambientali tangibili: è ciò che evidenzia uno studio ENEA, condotto nel quadriennio 2015-2018 su quattro delle città italiane più congestionate dal traffico - Torino, Roma, Bologna, Trento.
Prendendo in esame un campione di 1269 lavoratori agili della Pubblica Amministrazione, in Smart Working circa due giorni alla settimana, è stato dimostrato che la riduzione del pendolarismo abbia permesso di evitare l’emissione di 600 kg di anidride carbonica all’anno per lavoratore (-40%), risparmiare circa 150 ore di spostamenti, per un totale di circa 350 km e 260 litri di benzina in meno.
Approfondiamo i dati
In Italia, i trasporti sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni totali nazionali di gas a effetto serra. I trasporti su gomma (90%), e in particolare le automobili (70%), sono i principali inquinanti. Circa la metà dei lavoratori intervistati per lo studio dichiara di effettuare la tratta casa-lavoro esclusivamente con mezzi di trasporto privati a motore, il 47% in auto e il 2% su due ruote; solo il 17% utilizza unicamente i mezzi pubblici per spostarsi. Il 16% restante fa un mix delle due soluzioni. Tra le città prese in esame, Trento è quella in cui si fa maggiormente ricorso a mezzi privati (62,9%), seguita da Roma (54,4%), Bologna (44,9%) e Torino (38,2%).
Lo studio dimostra come, ogni giorno, di lavoro a distanza permetta di evitare emissioni di CO2 in atmosfera e risparmiare in carburante, ma non solo: l’analisi ha messo in luce anche una riduzione di ossidi di azoto, monossido di carbonio, PM10 e PM2,5.
Mobilità dolce, rinascita di borghi e periferie
La riduzione del traffico dovuta allo Smart Working e al rincaro del carburante, ha portato i lavoratori agili a preferire mezzi più sostenibili per effettuare gli spostamenti: in tanti optano per la bicicletta, o per una passeggiata. Lo studio ENEA ha messo in evidenza come, anche per gli spostamenti extra-lavorativi nei giorni di Smart Working, il 24% del campione prediliga la mobilità dolce o i mezzi pubblici.
In prospettiva, l’aumento del lavoro agile costituisce un’opportunità di rivitalizzazione dei quartieri periferici fino ad ora considerati “dormitori” o di piccole cittadine di provincia spopolate negli anni passati a favore delle grandi città, dove si concentrano gli uffici.
Avevamo parlato di un’indagine dell’INAPP (Istituto Nazionale delle Politiche Pubbliche) su questi temi (Smart Working: lo strumento per ripopolare i borghi) e approfondiremo il tema del ripopolamento di aree marginali anche nella prossima News dall’Italia.