Il Giappone è in cerca di nomadi digitali. Perché?
Il Giappone sta cercando di attrarre sempre più nomadi digitali, una categoria di professionisti che lavorano in remoto mentre viaggiano.
Perché?
Sicuramente per stimolare l'economia locale in un periodo di sfide demografiche. Il concetto di "nomade digitale" è emerso a metà degli anni 2000, grazie alla diffusione del lavoro da remoto e della connettività a Internet: i nomadi digitali, che spesso sono liberi professionisti o dipendenti di aziende, vivono in diverse località, combinando lavoro e viaggi.
Nel 2024, il Giappone ha introdotto il Digital Nomad Visa, un visto di sei mesi per attrarre professionisti altamente qualificati. Il visto permette ai titolari, insieme alla famiglia, di rimanere nel Paese se guadagnano almeno 10 milioni di yen all’anno. Dopo sei mesi, devono fare una pausa di sei mesi prima di poter fare una nuova richiesta.
Oltre alla misura nazionale, le città giapponesi come ad esempio Fukuoka, stanno lanciando iniziative locali per attrarre nomadi digitali. Fukuoka ha avviato il programma Colive Fukuoka 2024, che propone un "ritiro" di un mese con attività come seminari, workshop e gite, per favorire il networking tra professionisti e promuovere la città come una meta ideale per lavoro e svago.
Queste iniziative riflettono l’impegno del Giappone per affrontare l'invecchiamento della popolazione e la crescita economica lenta, sperando che i nomadi digitali possano contribuire positivamente alle economie locali nel lungo periodo.
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