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Smart Working: chi lo segue e chi lo abbandona

Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano il lavoro agile cresce nelle grandi imprese e nelle micro, ma cala nelle Pmi e nella PA.

Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, lo Smart Working si sta evolvendo a diverse velocità.

Il numero di lavoratori da remoto stimato per quest’anno è di 3 milioni e 555mila, in calo dello 0,8% sul 2023, anche se per il 2025 si prevede una ripresa del 5,2% (3,75 milioni).

A fare la differenza la dimensione dell’impresa: il ricorso allo Smart Working si consolida e cresce nelle grandi e nelle microimprese, soprattutto start up, mentre nelle Pmi si osserva un ritorno al passato e al lavoro in presenza.

 Differenze tra Tipologie di Impresa

  • Grandi Imprese: L'adozione dello Smart Working è in crescita, con il 96% delle grandi aziende che ha consolidato iniziative in questo ambito. Il numero di smart worker nelle grandi imprese è aumentato dell'1,6%, raggiungendo 1,91 milioni, avvicinandosi ai picchi raggiunti durante la pandemia.
  • Piccole e Medie Imprese (Pmi): Qui si osserva una tendenza opposta, con solo l'8% delle PMI che prevede un aumento delle iniziative di Smart Working. Negli ultimi anni, il numero di lavoratori da remoto nelle PMI è sceso da 570.000 a 520.000.
  • Pubblica Amministrazione (PA): Nella PA, le iniziative di Smart Working sono presenti nel 61% dei casi, ma il numero di lavoratori da remoto è calato da 515.000 a 500.000.

Evoluzione Normativa e Culturale

In Italia, l'approccio allo Smart Working è stato cauto e graduale, con l'adozione avvenuta attraverso progetti pilota e accordi sindacali. La chiusura del periodo di emergenza ha portato molte Pmi a vedere lo Smart Working come un'opzione occasionale piuttosto che come un modello organizzativo strutturato. Questo ha portato a un modello di lavoro forzato, più legato a esigenze normative che a un cambiamento reale nella cultura organizzativa.

Reazioni dei Lavoratori

Un'indagine ha rivelato che il 73% dei lavoratori reagirebbe negativamente a un ritorno completo in presenza. Tra questi, il 27% considererebbe di cercare un altro lavoro, mentre il 46% tenterebbe di far cambiare questa decisione ritenuta sfavorevole. Inoltre, per compensare la perdita della possibilità di lavorare da remoto, i lavoratori chiederebbero una maggiore flessibilità oraria o un aumento di stipendio del 20%.

Ritorno in Presenza

Tra coloro che sono tornati completamente in presenza, solo il 19% lo ha fatto per scelta personale. La maggior parte, il 58%, ha subito la decisione presa dall’organizzazione, motivata dalla necessità di lavorare in presenza o dalla paura di una diminuzione della qualità del servizio.

Contesto Internazionale

A livello internazionale, alcune aziende hanno recentemente richiesto il ritorno al lavoro in ufficio, scatenando un dibattito tra i lavoratori. Analogamente, altre grandi aziende statunitensi hanno iniziato a riequilibrare i modelli di lavoro ibrido, tornando a politiche più rigide. In Europa alcune aziende hanno ridotto i giorni di lavoro da remoto, suscitando proteste sindacali.

Implicazioni Future

Il futuro dello Smart Working in Italia richiede un approccio strategico che consideri la produttività, l'inclusione e il benessere dei lavoratori, con modelli organizzativi che valorizzino la flessibilità e il work-life balance. La crescita economica dipenderà dalla capacità di attrarre e mantenere una forza lavoro motivata e produttiva, sfruttando le tecnologie per evolvere i modelli di lavoro esistenti.

 

 

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