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Smart Worker: “abitanti temporanei” dei piccoli borghi

Una tendenza in aumento tra i nomadi digitali è la scelta di piccoli borghi in aree interne dell’Italia per svolgere periodi di Smart Working immersi nella natura, a contatto con cultura e tradizioni locali. Questa nuova forma di turismo, più sostenibile, interessa anche le aziende che promuovono il lavoro agile e crea l’occasione per la nascita di nuovi partenariati pubblico-privati.

Lo Smart Working garantisce grande flessibilità ai lavoratori, soprattutto dal punto di vista del luogo di lavoro: sono sufficienti una buona connessione internet, una postazione tranquilla che garantisca silenzio e concentrazione e alcuni servizi di base per riprodurre un “ufficio” ovunque nel Mondo.

Per un paese come l’Italia, caratterizzato da un clima mite, una buona qualità della vita, ottimi prodotti enogastronomici e molte attrazioni naturalistiche e culturali, il turismo dei remote worker altamente qualificati e che amano viaggiare è di primario interesse; a dimostrarlo, il recente visto per nomadi digitali approvato a marzo 2022 che semplifica le procedure di ingresso nel paese.

Il modo di viaggiare di questi lavoratori è caratterizzato da un ritmo rilassato e generalmente diverso da quello dei turisti vacanzieri d’alta stagione che vengono in Italia per pochi giorni.

Il rapporto dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali

Un rapporto recentemente pubblicato dall’Associazione Italiana Nomadi Digitali, realizzato con l’obiettivo di comprendere esigenze, aspettative, criticità e servizi richiesti dai remote worker e quindi identificare gli aspetti strategici per trasformare l’Italia in un paese sempre più attrattivo per i lavoratori in Smart Working, ha rilevato alcuni dati molto interessanti.

La maggior parte del campione analizzato - composto da 2200 professionisti provenienti da diversi paesi - lavora in settori ad alto valore aggiunto, che spaziano dal marketing, all’insegnamento, all’Information Technology e ha intenzione di praticare del “nomadismo digitale” nel prossimo futuro; tra coloro che hanno risposto, ben il 93% ha dichiarato di essere interessato a passare dei periodi più o meno brevi in piccoli comuni o borghi immersi nelle aree interne, perché considerati luoghi in cui la qualità della vita è superiore a quella delle grandi città.

Per i rispondenti, le attività più interessanti che vorrebbero sperimentare in questi territori, sono: eventi culturali ed enogastronomici (55% degli intervistati), attività a contatto con la natura (51%), vivere esperienze autentiche e caratteristiche di quel territorio (40%) e partecipare ad attività di socializzazione con la comunità locale e con altri nomadi digitali (37%).

Un ulteriore dato interessante è che la maggior parte dei rispondenti svolgerebbe questi soggiorni - che variano da uno a tre mesi - in qualsiasi periodo dell’anno, contribuendo così alla destagionalizzazione dei flussi turistici nel Paese e ad una fruizione più sostenibile del territorio.

Gli abitanti temporanei”

Il rapporto evidenzia un altro elemento che spinge a considerare il turismo degli Smart Worker più sostenibile e attento rispetto a quello di massa; il 78% degli intervistati afferma infatti che sarebbe interessato a svolgere scambi di esperienze e competenze con gli abitanti locali, a testimonianza dell’interesse di contribuire con un impatto socio-economico positivo nel territorio in cui si vive, anche per un periodo limitato di tempo.

Questa voglia di contaminazione e scambio porta a definire i nomadi digitali come “abitanti temporanei” di luoghi isolati o poco frequentati in bassa stagione e quindi una risorsa per la rinascita dei territori e la fioritura di innovative economie locali.

La forza dei partenariati pubblico-privati per la rinascita dei territori

A sposare questa forma di turismo sostenibile e attento al territorio non sono soltanto lavoratori singoli che, in autonomia, gestiscono la propria esperienza di Smart Working, ma anche alcune aziende illuminate che promuovono iniziative di lavoro sul territorio - il cosiddetto “turismo di prossimità” - con i propri collaboratori.

Un esempio recente è quello di un’azienda produttrice di soluzioni ICT italiana, che con il progetto “Smart Working itinerante” ha proposto ai propri lavoratori un’iniziativa in tre tappe con l’obiettivo di valorizzare il turismo di prossimità e promuovere il lavoro lontano dai grandi centri urbani.

Il progetto, svolto in collaborazione stretta con le amministrazioni pubbliche dei piccoli Comuni coinvolti - Bassano Romano, Balcesine, Ostana - ha permesso di valorizzare il lavoro immerso nella natura, scoprire attrazioni del proprio territorio e vivere un’esperienza di team building con i propri colleghi di lavoro.

 

 

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