Introduzione
Il lavoro cambia: una trasformazione culturale oltre la tecnologia
Il mondo del lavoro è al centro di una trasformazione profonda, che va oltre l’adozione di nuovi strumenti digitali. L'integrazione dell’intelligenza artificiale nei contesti di smart working non è soltanto una novità tecnologica: è una vera evoluzione culturale e organizzativa.
A sostenerlo è Carlo Duò, psicologo del lavoro, che propone un nuovo paradigma: quello dell’Intelligenza Agile. Un modello che pone la persona al centro, all’interno di ecosistemi digitali sempre più interconnessi.
Dall’AI come strumento all’AI come alleata
L’intelligenza artificiale non deve essere vista come una tecnologia che sostituisce il lavoro umano, ma come una risorsa capace di amplificarne il potenziale.
Se ben integrata, può:
favorire collaborazione e benessere nei team ibridi
aumentare efficacia ed efficienza dei processi
contribuire a una modalità di lavoro più inclusiva e sostenibile.
Lo smart working, potenziato dall’AI, diventa un’esperienza immersiva e accessibile, capace di abbattere barriere fisiche, linguistiche e cognitive.
Da performance a transformance: le competenze richieste
Questa evoluzione richiede un cambio di mindset. Non basta più essere produttivi. Occorre diventare capaci di trasformarsi.
E’ il passaggio dalla performance alla transformance, ovvero alla capacità di adattamento continuo. Le competenze chiave non solo solo digitali:
- data literacy e familiarità con strumenti basati su AI
- soft skill come comunicazione empatica, pensiero critico, collaborazione virtuale e leadership trasfromativa
- adattabilità tecnologica, intesa come apertura al cambiamento
Tecnologie al servizio dell’inclusione
ell’inclusione
Tra i vantaggi emergenti da questo nuovo scenario lavorativo vi sono:
ambienti virtuali tridimensionali per team distribuiti,
assistenti intelligenti che semplificano i flussi operativi,
strumenti che migliorano l’inclusione di persone con disabilità, rendendo il lavoro accessibile a tutti.
Si tratta di soluzioni abilitanti che permettono di superare ostacoli fisici e culturali, favorendo una partecipazione equa e attiva.
Un equilibrio tra umanità e innovazione
La vera sfida non è tecnologica ma culturale. Serve un equilibrio consapevole tra tecnologia e umanità, efficienza e relazioni autentiche, innovazione e benessere.
In questo scenario, l’intelligenza artificiale non è un punto di arrivo, ma un processo da co-progettare, che coinvolge persone, organizzazioni e sistemi.
Conclusioni
Il futuro del lavoro – conclude Carlo Duò – non sarà soltanto smart, ma anche intelligente e profondamente umano.
L’integrazione tra AI e smart working rappresenta un percorso continuo, che richiede formazione, riflessione e una visione organizzativa orientata alla sostenibilità e alla centralità della persona
Ultimo aggiornamento: 04-07-2025, 12:13