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Quale 'tecno-tipo' sei? Scopri il tuo stile nello smart working

Intervista a Carlo Duò, psicologo del lavoro e delle organizzazioni, consulente risorse umane, formatore, docente universitario e professional coach.

4 domande a Carlo Duò.

D: Carlo, quando parliamo di smart-working non possiamo non pensare alle tecnologie che ci supportano e ci mettono in comunicazione con i nostri colleghi da remoto. Ma il nostro rapporto, non sempre equilibrato, con le tecnologie, influenza il nostro essere smart-workers?

(R) Carlo Duò: Per rispondere, devo introdurre un argomento interessante, i cosiddetti “quattro copioni”. I quattro copioni sono risposte automatiche che le persone attivano quando affrontano il lavoro agile con le sue implicazioni tecnologiche. È un po' come se ognuno rispondesse a questa nuova modalità di lavoro rifacendosi a una fase della propria vita. Vediamole insieme

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Il tecno-insicuro: è in sostanza un bambino alle prime esperienze. Ha bisogno di regole chiare, affiancamento costante e rassicurazioni. La tecnologia lo spaventa e il cambiamento lo mette a disagio.

Il tecno-entusiasta: è l'adolescente. Energia da vendere, fiducia cieca nella tecnologia, ma poca autoregolazione. Vuole provare tutto, subito.

Il tecno-pacato: rappresenta la fase adulta. Ha esperienza, sa quando usare gli strumenti digitali e quando affidarsi alle modalità più tradizionali. Cerca equilibrio.

Il tecno-deluso: è come un anziano stanco. Guarda con scetticismo le novità, sfiduciato, e ha bisogno di ascolto e attenzione per riaccendere la voglia di innovare.

D: Di fronte a questo quadro di reazioni diverse, come può un leader gestire i suoi collaboratori al meglio, comprendendo bene questi diversi “copioni”

(R) Carlo Duò: Le strategie di leadership principali che si possono utilizzare sono quattro, proprio come i copioni.

  1. Prescrivere: per i tecno-insicuri, serve una leadership chiara e direttiva, come un medico che dà istruzioni precise al paziente.
  2. Coinvolgere: i tecno-entusiasti vanno ascoltati e motivati, ma il leader deve mantenere il controllo finale delle decisioni.
  3.  Delegare: ai tecno-pacati si può dare autonomia, definendo obiettivi chiari ma lasciando libertà nell'esecuzione. 
  4. Accogliere: per i tecno-delusi, la chiave è l'ascolto. Serve empatia per ridurre la resistenza al cambiamento.

 D: Ma queste risposte sono quindi sufficienti a mantenere alta la motivazione nei team virtuali?

(R) Carlo Duò: Non esiste una bacchetta magica. Un buon leader deve mescolare le strategie: essere prescrittivo quando serve, coinvolgente nelle fasi creative, delegare ai più autonomi e accogliere chi è in difficoltà. Le persone non si fidano di chi è sicuro di sé, ma di chi le fa sentire sicure. Conoscere i copioni reattivi e adottare strategie di leadership adatte può fare la differenza tra un team disgregato e uno coeso, anche a distanza.

D: Un'ultima domanda: che rapporto c’è tra Smart Working e Smart Workers? E’ un rapporto diretto o c’è qualcosa in più da considerare?

(R) Carlo Duò: Il rapporto tra i due concetti è molto complesso. 

Lo Smart Working è un cambiamento tecnologico ed organizzativo, mentre gli Smart Workers sono le persone che vivono quel cambiamento. Non basta quindi adottare semplicemente nuovi strumenti digitali e un lavoratore da tradizionale si trasforma miracolosmante in smart-worker! 

Bisogna allenare la mentalità, la motivazione e l’adattabilità dei lavoratori. Senza una trasformazione psicosociale, nessuna tecnologia potrà mai avere il potere far diventare davvero smart una persona.

La vera sfida del lavoro agile non è solo tecnologica, ma profondamente umana.

 

#SmartWorking #LeadershipAgile #TeamVirtuali

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ultima modifica 2025-03-13T18:43:45+02:00
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