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Lavoro ibrido: l’impatto sul benessere e sull’ambiente

Lo Smart Working ha agito in questi anni accelerando la transizione digitale e diffondendo le competenze tecniche necessarie per lavorare da remoto. Oggi il sistema ibrido, che combina il lavoro in ufficio con quello in altri spazi e che è la naturale evoluzione dello Smart Working, aumenta la produttività, migliora la salute dei lavoratori e agisce persino sulla salvaguardia ambientale.

Il benessere delle persone nel lavoro ibrido

Il sistema ibrido garantisce un costante empowerment – ossia un miglioramento delle competenze umane e professionali – ai lavoratori. Infatti ottimizza il loro sforzo aumentando il rendimento collettivo e agendo positivamente sul benessere delle persone che con questa modalità flessibile possono organizzare al meglio il proprio tempo tra spostamenti ed esigenze quotidiane.

Anche l’Agenda 2030 reputa importante il benessere delle persone nell’obiettivo numero tre. Uno degli scopi di questo goal è spingere le imprese a garantire una vita sana e felice ai propri lavoratori. Per questo motivo il sistema ibrido si dimostra un’opportunità unica capace di stimolare un nuovo ecosistema di attività e servizi sostenibili, a misura d'uomo e inclusive, come auspicato dall’obiettivo numero nove dell'Agenda 2030, il quale mira a costruire strutture resilienti e innovative.

Lavoro ibrido e tutela dell’ambiente

Secondo una ricerca nazionale condotta dall’Università Autonoma di Barcellona nel 2021, il sistema ibrido contribuisce anche a salvaguardare l’ambiente. Da questo studio è infatti risultato che se venisse introdotto stabilmente lo Smart Working per soli tre giorni alla settimana, si otterrebbe una riduzione del traffico veicolare del 25%, con una riduzione del biossido di azoto pari all'8%. Tale riduzione arriverebbe al 4% e al 10% con uno smart working di due e di quattro giorni. Inoltre, se in un anno cinque milioni di smartworkers lavorassero a distanza per soli due giorni a settimana, questo corrisponderebbe a circa 166 mln alberi piantati e ad oltre 2.500.000t di CO2 non emessa nell’atmosfera.

La ricerca di ENEA trova conferme all’estero

Anche ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha analizzato i miglioramenti sociali e ambientali promossi dal lavoro ibrido attraverso la ricerca Il tempo dello Smart Working. La PA tra conciliazione, valorizzazione del lavoro e dell’ambiente  condotta nel 2020.

Confrontando i dati raccolti da ENEA con quelli dell’Università Autonoma di Barcellona si dispone di una panoramica approfondita rispetto a quella che avevamo trattato in precedenza nell'articolo Lo Smart Working si prende cura del pianeta. Le due ricerche confermano quindi che il benessere individuale e la tutela ambientale sono tematiche particolarmente sentite dai lavoratori a livello europeo.

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