Due grandi PA raccontano la propria esperienza con il lavoro agile
INPS: lavoro agile e produttività
A luglio 2019 l’INPS avvia il percorso che avrebbe portato, a febbraio del 2020, verso una sperimentazione dello Smart Working rivolta a circa mille persone. Con il picco dell’emergenza sanitaria, poi, circa il 90% dei lavoratori hanno operato a distanza, sostenendo l’elevata mole di lavoro derivante dai provvedimenti d’emergenza. Il Presidente di INPS, Pasquale Tridico, racconta come questa grande PA sia riuscita a trasformare lo Smart Working in una forma di lavoro ordinario, grazie alla capacità di valutare le performance in modo innovativo e funzionale, anche da remoto.
Grazie alla distribuzione di circa 17 mila device al personale, il 78% dei lavoratori ha potuto svolgere, da remoto, attività normalmente realizzate in presenza. Alcune di esse, considerate in passato prevalentemente “non smartabili”, sono state riorganizzate a distanza; sono un esempio alcune attività di accoglienza a sportello, tuttora in uso, che prevedono video-chiamata e prenotazione obbligatoria.
Un’indagine interna ha evidenziato che l’efficacia soggettiva del lavoro è rimasta agli stessi livelli per il 45% delle persone, mentre per il 41% è aumentata. La produttività oggettiva è aumentata del 13% e ci sono stati riscontri positivi da parte degli utenti su tutti i servizi erogati in modalità digitale.
ISTAT: una nuova organizzazione per il lavoro pubblico
Nel 2019 anche ISTAT ha promosso, a seguito di un accordo sindacale, una prima sperimentazione del lavoro agile, che prevedeva un massimo di quattro giornate al mese di Smart Working. Il Direttore Generale dell’ISTAT, Michele Camisasca, afferma che all’avvio del cosiddetto Smart Working “emergenziale”, che nel 2020 ha coinvolto tutto il personale, sono emersi sia benefici che criticità. Da un lato l’organizzazione del tempo del lavoro è migliorata, grazie alle innovazioni tecnologiche, digitali e organizzative, dall’altro è emersa una prima difficoltà a mantenere i confini tra lavoro e vita privata.
Questa prima esperienza è poi confluita nella formulazione del POLA, che le amministrazioni hanno dovuto presentare entro gennaio 2021 e oggi trasformato nel PIAO Piano integrato dell’attività e organizzazione, grazie al lavoro di una task force dedicata con l’obiettivo di diffondere un lavoro agile strutturato, grazie alla divulgazione di una nuova sensibilità organizzativa.
Per l’ISTAT è un fattore strategico mantenere alti livelli di prestazione in Smart Working, rispettando un preciso calendario di restituzione delle statistiche ufficiali al Paese. Il Direttore dell’Istituto ritiene che la sfida sia quella di costruire e mantenere nel tempo una nuova organizzazione del lavoro pubblico, che tenga conto della presenza del lavoro agile e in cui il ruolo chiave e strategico risiede nella dirigenza che guida l’organizzazione.
Preziosi consigli per le organizzazioni pubbliche
A partire dalla loro esperienza su questo tema, INPS e ISTAT forniscono tre utili indicazioni per uno Smart Working più strutturato e produttivo:
- monitorare il fenomeno, misurarne l’efficienza e la produttività, innovando gli strumenti di osservazione
- cambiare mentalità, a partire da quella dei responsabili, per raggiungere gli obiettivi in modo rapido e efficace
- digitalizzare i propri processi in modo tale da fornire a tutti i lavoratori le stesse opportunità.
La modernizzazione dei processi, a partire dal miglioramento delle tecnologie digitali, è una leva determinante per garantire l’effettiva efficacia del lavoro agile. Si tratta di argomenti discussi in profondità dalla community del progetto Emilia-Romagna Smart Working, che approfondisce numerosi temi, dalla cybersecurity, al benessere digitale sino alle competenze digitali necessarie ai nuovi leader e team di lavoro.